da IVG.it
Ponente. I sindaci di Albenga e di Andora, Tabbò e Floris, si uniscono al coro di preoccupate proteste, che si è levato dal convegno dell’associazione nazionali comuni italiani (Anci), in seguito alle nuove normative che prevederanno tagli alle finanze degli enti locali.
“Da parte dei legislatori - sostiene Tabbò - non c’è una sufficiente attenzione nei confronti dei comuni, che sono e rimangono i pilastri dell’azione amministrativa sul territorio e che invece non ricevono adeguate risposte, né sotto il profilo burocratico, ancora troppo farraginoso, né dal punto di vista economico. Bisogna ricordare che l’amministrazione comunale è il primo ente a cui si rivolge il cittadino ed è il primo a cui guarda in caso di necessità. Con la diminuzione di investimenti avvenuta non si è potuto che avere anche una perdita di produttività”.
“Ogni anno ci sono nuovi tagli - incalza poi Floris - ed i comuni non sono più in grado di adeguarsi. Noi sindaci siamo costretti ad inventarci di continuo nuove soluzioni per risolvere anche i problemi ordinari. L’ultima novità riguarda il comma 7 dell’articolo 67 bis: il Governo intende bloccare l’utilizzo di entrate derivanti da alienazioni per gli investimenti. In questo modo i comuni non sarebbero più in grado di provvedere ai lavori realizzati o preventivati per il prossimo triennio che sarebbero dovuti essere pagati proprio con le entrate derivanti dalle alienazioni”.
In particolare i due primi cittadini del ponente savonese lamentano che gli oltre due miliardi di euro stanziati per rimborsare l’Ici ai comuni, in seguito all’abolizione dell’imposta, abbiano avuto un costo altissimo, avendo costretto a drastici tagli in altri settori.
Ponente. I sindaci di Albenga e di Andora, Tabbò e Floris, si uniscono al coro di preoccupate proteste, che si è levato dal convegno dell’associazione nazionali comuni italiani (Anci), in seguito alle nuove normative che prevederanno tagli alle finanze degli enti locali.
“Da parte dei legislatori - sostiene Tabbò - non c’è una sufficiente attenzione nei confronti dei comuni, che sono e rimangono i pilastri dell’azione amministrativa sul territorio e che invece non ricevono adeguate risposte, né sotto il profilo burocratico, ancora troppo farraginoso, né dal punto di vista economico. Bisogna ricordare che l’amministrazione comunale è il primo ente a cui si rivolge il cittadino ed è il primo a cui guarda in caso di necessità. Con la diminuzione di investimenti avvenuta non si è potuto che avere anche una perdita di produttività”.
“Ogni anno ci sono nuovi tagli - incalza poi Floris - ed i comuni non sono più in grado di adeguarsi. Noi sindaci siamo costretti ad inventarci di continuo nuove soluzioni per risolvere anche i problemi ordinari. L’ultima novità riguarda il comma 7 dell’articolo 67 bis: il Governo intende bloccare l’utilizzo di entrate derivanti da alienazioni per gli investimenti. In questo modo i comuni non sarebbero più in grado di provvedere ai lavori realizzati o preventivati per il prossimo triennio che sarebbero dovuti essere pagati proprio con le entrate derivanti dalle alienazioni”.
In particolare i due primi cittadini del ponente savonese lamentano che gli oltre due miliardi di euro stanziati per rimborsare l’Ici ai comuni, in seguito all’abolizione dell’imposta, abbiano avuto un costo altissimo, avendo costretto a drastici tagli in altri settori.